Quanto la Paura influisce sulla Respirazione? Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene nello Stress Psico-Fisico: la connessione tra il sistema nervoso centrale ed il sistema endocrino ormonale nell’impatto organico delle esperienze che viviamo.

Quanto la Paura influisce sul Respiro?

Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene nello Stress Psico-Fisico: la connessione tra il sistema nervoso centrale ed il sistema endocrino ormonale nell’impatto organico delle esperienze che viviamo.

 “Il Corpo sussurra in continuazione, e quando ne ascolti il mormorio, percepisci la verità.” G. Bachelard

La paura è un’emozione primaria che ci permette di conoscerci per come siamo nei nostri comportamenti e nei nostri modi di essere e contemporaneamente, nella giusta misura, ci protegge da ciò che potrebbe essere un pericolo.

L’amigdala che fa parte del sistema limbico, sistema emozionale, del nostro cervello ed è una delle parti più importanti strutture per il mondo delle emozioni

L’amigdala riceve informazioni dal talamo prima ancora che le riceva la corteccia: l’emozione, perciò, può aver luogo prima che essa acquisti una componente cognitiva, prima cioè che la corteccia ci abbia “pensato sopra”. L’amigdala induce reazioni vegetative (aumento del ritmo cardiaco, della pressione, sudorazione, dilatazione della pupilla ecc.), ormonali (aumento degli ormoni della surrenale e della tiroide a causa dell’attivazione dell’ipofisi) e comportamentali e tensione muscolare.

Esiste infatti una chimica delle emozioni, l’ipotalamo è di fatto un laboratorio chimico, il trait- d’union tra il sistema nervoso ed il sistema endocrino. Esso controlla la muscolatura scheletrica in associazione con le emozioni e a seconda dell’emozione che si sente (paura, rabbia, gioia, gelosia, abbandono, sensi di colpa, invidia) ci sarà una differente e specifica risposta ormonale, posturale ma anche energetica.

Pensiamo all’emozione primaria Paura, l’ipotalamo anteriore, grazie ad essa, produce un ormone, l’adrenalina, attivando le ghiandole surrenali e seguendo un circuito che si chiama Asse Ipotalamo-Surrene.

L’adrenalina aumenta il battito cardiaco, il respiro e i muscoli si tendono. Il Respiro quando si ha paura diventa corto e superficiale, il diaframma si contrae in stato di allerta e di protezione degli organi vitali interni (polmoni, cuore, stomaco fegato pancreas) interni vicini.

Nell’ Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene a volte succede che lo stato di allarme e di resistenza si cronicizzano dentro di noi e restano nella memoria del tessuto connettivo e muscolare anche dopo lo stato di allarme e questo porta inconsapevolmente ad un esaurimento. Ci sono situazioni psichiche ed emozionali che mantengono in costante tensione i muscoli, è come tenere costantemente un peso sul diaframma, muscolo importantissimo che si inserisce nella colonna vertebrale.

Con questa consapevolezza possiamo fare un lavoro corporeo per sciogliere queste tensioni e grazie ad un sentire nuovo e diverso scoprire che possiamo togliere il peso che comprime il diaframma. Durante le sessioni di MioEquilibrio e Naturopatia propongo esercizi e tecniche di respirazione che  rimangano come strumenti anche da fare a casa. Strumenti che rallentano il sistema nervoso simpatico e attivano il sistema nervoso parasimpatico che ci permette di entrare nell’ascolto del nostro corpo e del nostro mondo emotivo: sciogliendo le tensioni muscolari e ampliando la capacità respiratoria cambia l’emozione. C’è chi arriva arrabbiato e triste nei corsi e poi alla fine l’emozione è invece di calma, armonia, gioia, fiducia, si ritrovano nuove possibilità nell’ascolto e nell’eliminare tensioni, rigidità e tossine.

L’ipotalamo nel suo laboratorio chimico inizia a promuovere la produzioni di ormoni che ci fanno bene come l’ossitocina e la serotonina.

In questo particolare momento storico l’Emozione Paura raprresenta il sottofondo, una frequenza stabile che a livello inconscio mantiene in allerta il sistema muscolare ed il sistema endocrino-emozionale.  L’evento fondamentale è la sovrapproduzione di cortisolo che ha, come conseguenza, la soppressione delle difese immunitarie. Il conseguente indebolimento o la temporanea inefficacia delle funzioni immunitarie non sono preoccupanti se durano per brevi periodi, ma diventano un serio problema in caso di stress cronico: la prolungata riduzione delle capacità difensive moltiplica la probabilità di contrarre malattie infettive, dal semplice raffreddore alla mononucleosi, e sembra aumentare la predisposizione alle malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla.

Molte persone restano imprigionate in questa fase, caratterizzata da un ritmo cardiaco accelerato e da muscoli scheletrici tesi, anche dopo aver superato le difficoltà contingenti: sono i cosiddetti “iper-reattivi”, i quali spesso lamentano l’incapacità di rilassarsi dopo un impegno importante.

Reich individuò sette anelli di tensione muscolari (segmenti):

oculare, orale, cervicale, toracico, diaframmatico, addominale e pelvico .

L’armatura muscolare funziona in modo circolare stringendo il corpo con anelli di tensioni. Questi anelli corrispondono alle sette ghiandole endocrine (epifisi, ipofisi, tiroide, timo, pancreas, surrenali, gonadi)  che producono ormoni sotto la direzione dell’ipotalamo e a loro volta corrispondono ai 7 principali centri energetici del nostro corpo.

La paura coinvolge tantissimi muscoli proprio perché nello stress immediato stimola il cervello rettiliano e quindi la risposta di attacco oppure fuga oppure paralisi, ma la zona toracica, diaframmatica e intrascapolare é quella che trattiene maggiormente.

Il “padre” della sindrome da stress intesa sia come risposta fisiologica che come evento patologico a buon diritto deve essere considerato il fisiologo Hans Selye che descrisse per primo nel 1936, su Nature (1), la sindrome generale di adattamento distinguendone 3 stadi:

  1. la reazione di allarme ADRENALINA NORADRENALINA
  2. lo stadio di resistenza; CORTISOLO ALDOSTERONE
  3. lo stadio di esaurimento.

1- In una situazione stressante l’organismo chiama a raccolta tutte le sue risorse disponibili per l’azione immediata. In questa fase avviene un’intensa produzione di adrenalina (catecolamine) e una rapida accelerazione del ritmo cardiaco. L’organismo percepisce, a livello consapevole o inconsapevole, un fattore di stress, stressor, ossia qualcosa di inaspettato, nuovo o insolito, in grado di rappresentare una difficoltà o un potenziale pericolo. Il fattore di stress può essere di natura psicologica (accesa discussione, improvvisa preoccupazione ecc.), fisica (ondata di freddo violento, trauma, ecc.) o biologica (infezione, intossicazione alimentare, ecc.).

L’azione dell’ipotalamo produce tre effetti immediati: secrezione di ormoni specifici, cortisolo e adrenalina e noradrenalina (prodotte in quantità dieci volte superiore del normale); stimolazione di numerosi organi (sistema vascolare, muscolatura liscia, varie ghiandole ecc.) e inibizione di motilità e secrezione degli organi dell’apparato digestivo; produzione di beta endorfine, gli antidolorifici propri dell’organismo che consentono, tramite l’innalzamento della soglia del dolore, di resistere a tensioni emotive, traumi fisici o sforzi più intensi di quanto sarebbe normalmente sopportabile (l’organismo produce le beta endorfine al fine di alleviare lo sforzo e/o il dolore nelle situazioni più impegnative).

L’effetto è un aumento del metabolismo: il cuore accelera i propri battiti, la pressione sanguinea s’innalza, la sudorazione aumenta, si ha un incremento della funzione respiratoria, le pupille si dilatano, la bocca s’inaridisce, i peli cutanei si rizzano. Sono i sintomi che, accompagnati dalla sensazione di vuoto allo stomaco, proviamo quando ci sentiamo “stressati” come, ad esempio, prima di una prova impegnativa (esame, esibizione, ecc.).

2 – Resistenza – È la fase in cui ci si adegua, bene o male, alle nuove circostanze e, in pratica, finché si percepisce il fattore di stress, l’organismo resiste. In questa fase assume un ruolo fondamentale l’attivazione dell’asse ipotalamo ipofisi-surrene (asse HPA) nella quale viene messo in atto un complesso programma sia biologico che comportamentale che sostiene la risposta allo stressor.

3- Esaurimento

In questo momento storico stiamo vivendo nella fase della “resistenza” che possiamo trasformare in re-esistenza, cioé nella creatività di ri-pensare e ri-creare l’esistenza ed é possibile in questo modo uscire da questa fase. Il MioEquilibrio e la Naturopatia si stanno dimostrando un grande aiuto per creare questo cambiamento di prospettiva dentro ognuno di noi.

“Come si impara a pensare con il corpo? Non si impara, semplicemente si smette di inibire qualcosa che c’è già.”

 

Maria Elisa Marchiani

Insegnante MioEquilibrio  Naturopata  Psicomotricista

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